Il Sacro a Pantelleria

Parlare di sacralità e spiegare cosa significa “Sacro” agli uomini non è mai facile. Per questo racconterò questa storia vera della scoperta del “Sacro a Pantelleria”.

La prima cosa da specificare in questo contesto è che con il termine Sacro non si fa riferimento a nulla che possa essere religioso, di qualunque fede religiosa.
È qualcosa che va oltre, ma che rispecchia un sentire interiore molto naturale e spontaneo che cercherò di raccontare in questo articolo, seppure l’esperienza diretta è il miglior modo di apprendere che cosa s’intende per Sacro.
Ed è proprio da un’esperienza diretta che voglio partire per portare alla comprensione di questo termine che sempre più spesso si sente pronunciare e che accompagna molte pratiche olistiche.

Riporto il racconto fatto da un mio caro amico al ritorno da una vacanza a Pantelleria.

“Sin dall’arrivo in aeroporto io e la mia compagna abbiamo sentito un’aria diversa dal solito che solo alla ripartenza abbiamo compreso del tutto.
La prima cosa che abbiamo fatto dopo aver sistemato i bagagli nel Dammuso (tipiche case del luogo) è stato di prendere confidenza col posto.
Dopo una lunga camminata abbiamo trovato una piscina naturale con l’acqua molto bassa ed il fondo pieno di fango col quale ci siamo fatti una maschera corporea. 
È stato bello giocare a spalmarci il fango addosso l’un l’altra; poi abbiamo aspettato il tempo che si asciugasse prima di rientrare in acqua e giocare di nuovo a toglierci il fango.
La sensazione sulla pelle era fantastica con molta leggerezza addosso, proprio come se ci fossimo levati via molto peso.

Nei giorni successivi abbiamo camminato in lungo ed in largo per l’isola lasciando lo scooter appena possibile per inoltrarci nella natura lungo sentieri, arrampicandoci per poi scendere con non poca difficoltà prestando attenzione ad ogni passo.
La cosa particolare è che in ogni luogo ci siamo spogliati completamente. 
Era una gesto istintivo, un’esigenza che sorgeva spontanea come gli sbuffi di vapore che emergono dalla terra vulcanica. 
Poi lo sai!
Una cosa tira l’altra e spesso ci siamo trovati a fare l’amore. 
Ma era diverso dal solito, era tranquillo, naturale, spontaneo, anche senza penetrazione semplicemente giocando coi nostri corpi.
Poi ci si rivestiva e si continuava a camminare perché cresceva la voglia di esplorare nuovi angoli, nuovi scorci.

Abbiamo trovato nuove pozze d’acqua con temperature diverse, angoli dove fare il bagno, una grotta che era una sauna. 
Altri giorni invece abbiamo visitato le tombe bizantine e poi i Sesi, antiche costruzioni che sembrano delle tombe con dodici ingressi che rappresentano le dodici costellazioni.
Secondo alcuni studiosi però potrebbero non essere delle tombe, ma altro ancora da scoprire considerando anche la muraglia che le circonda.

Spesso, durante la vacanza ci siamo presi degli spazi tutti nostri separandoci poco distante uno dall’altra. 
In quei momenti ho avuto delle esperienze particolari. 
Ti voglio raccontare quella in cui ero seduto in una di queste pozze termali e sentivo un’energia che sembrava uno spirito che mi entrava sotto pelle.
Più o meno la sensazione come quando ti metti un guanto.

Ero lucido e rilassato mentre mi godevo questa sensazione tant’è che la mia compagna, mentre si avvicinava a me, mi disse “Ti Vedo”, con le lacrime agli occhi.

Ci siamo abbracciati e siamo rimasti lì in silenzio.
In quel momento è accaduto che abbiamo fatto l’amore toccandoci con carezze e baci ascoltando le sensazioni del corpo, senza penetrazione, dolcemente a lungo. 
La cosa che ricordo ancora adesso che in quella occasione, come in molte altre sentivo calma, c’era tranquillità, non avevo fretta di fare, penetrare e concludere.
È stato incredibile. 
Forse abbiamo fatto l’amore tantrico, così come ce lo raccontavi tu. 
Ad ogni modo è stata l’esperienza talmente forte da dare le stesse sensazioni di un orgasmo.

In un’altra occasione siamo tornati a farci i fanghi, ma questa volta cospargendoci tutto il corpo compreso il viso e la testa. 
Pensa che la sera non mi sono fatto neppure la doccia per come sentivo la pelle ed i capelli morbidi. 
Addirittura delle grosse punture d’insetto che avevo sulla schiena si erano asciugate ed il giorno dopo non c’erano più.

Ah, dimenticavo un’altra esperienza incredibile.
Stavo camminando da solo quando, ad un certo punto, davanti a me ho visto una vespa ad altezza occhi che volava muovendosi su un piano orizzontale nella direzione che prendevo per scansarla.
Ho sentito da dentro una voce che mi diceva “da qui non devi passare”; mi sono seduto a guardarmi attorno e ho perso la cognizione del tempo, come se avessi fatto una meditazione.
Quando sono tornato in me ho visto quella vespa venirmi vicino e andarsene via; ho ripreso la strada rincontrandomi con la mia compagna alla quale ho raccontato il fatto.

Solo ora che sono rientrato da qualche giorno comprendo quello che ho vissuto perché in quei momenti era come se avessi spento il cervello e vissuto d’istinto: sentivo tutto, vedevo molto meglio anche nel dettaglio delle cose, avevo una lucidità mentale di pensieri semplici, concreti, pratici, sentivo come un’energia ritrovata come quando si è bambini. 
Infatti avevo voglia di camminare, girare, arrampicarmi, giocare, tuffarmi e non mi sentivo mai stanco.
Mi sorprendevo per ogni cosa e godevo di ogni passo.
Sono rimasto molto dispiaciuto quando abbiamo pestato una vipera o biscia lungo la strada con lo scooter; la vidi all’ultimo e non potevo fare altro che lasciar scorrere le ruote senza frenare. 
Mi sembrava di aver fatto un torto alla natura”.

Il racconto, ovviamente, prosegue con molto altro, ma senza dilungare troppo c’è già molto che aiuta a comprendere il tema di questo primo articolo sul significato di Sacro e Sacralità.
Ascoltai tutto il racconto e seguendo la sua enfasi mi sono permesso di cogliere l’occasione per spiegare a lui il significato Sacro in base all’esperienza diretta.

“Sacro, come ti dissi tempo fa, non è qualcosa di religioso o legato ad una qualche divinità.
È qualcosa che si vive dentro così come lo hai vissuto tu in questa vacanza.
Come ti dissi per molti il fiume è un corso d’acqua da sfruttare, per altri è Sacro e comporta un rispetto che diviene sacralità; ogni cultura manifesta la sacralità nei confronti del fiume attraverso dei rituali, delle danze, dei giochi o durante alcuni giorni particolari dell’anno come i solstizi o le lune piene.
Ormai i reperti, i documenti e le fonti in merito sono tante.
Ma io posso spiegartele e tu comprenderle, ma restiamo a livello di mente e non di vissuto interiore, così come ti è accaduto ora.
Ciò che hai raccontato per me è una storia sacra.
Come sei arrivato sei andato a farti un bagno di fango: questo significa che ti sei plasmato addosso l’essenza della terra di quel luogo, la sua vibrazione e le sue informazioni.
Da quel momento ti sei mosso insieme a lei in risonanza con l’ambiente, i suoi segreti, i suoi luoghi, le sue energie ed addirittura col linguaggio dei suoi abitanti animali.
Mi hai raccontato di un modo diverso e sorprendente di fare l’amore che ti ha ricordato quanto ti dissi tempo fa riguardo il sesso tantrico e la sessualità sacra: beh, l’hai vissuta in prima persona, sulla tua pelle, senza fare corsi o studiare testi.
Lo avete fatto con spontaneità, senza aspettative, senza ansie da prestazione: senza fretta con tranquillità.
Anche senza penetrazione seppure con una sensazione di aver raggiunto l’orgasmo.
In ogni angolo possibile vi spogliavate e siete stati a contatto con la natura, col vento o con l’acqua.
Hai ascoltato la voce di una vespa ed hai aspettato prendendoti del tempo nel tuo Qui ed Ora perdendone la cognizione.
Hai rispettato i luoghi senza gridare, come alcuni turisti che hai sentito, senza sporcare, come certa immondizia che hai raccolto.
Hai seguito il senso della fame senza guardare l’orologio e hai osservato le stelle; hai camminato a piedi nudi e sentivi punti caldi e punti freddi.
Hai fatto sogni intensi.
In ogni luogo vivevi con profondo rispetto ed assoluta presenza.

Questo era quello che accadeva in epoche remote sino ai tempi dei nostri bisnonni e nonni; essi, non avendo le nostre “comodità” vivevano gran parte della giornata fuori di casa.
Di ogni posto ne conoscevano la forza come quella signora che ti ha indicato la piscina termale curativa nascosta nell’angolo infondo che ha una temperatura diversa e che ti ha fatto passare i dolori che ti portavi da mesi.

Ora diamo una definizione di Sacro a ciò che un tempo era naturale, rispettato e conosciuto.
Ora definiamo la sacralità mentre un tempo erano dei momenti di festa in cui si onorava la natura o la Madre Terra per questo vivere in risonanza.
Tu hai fatto tutto questo senza accorgertene, ma hai vissuto il Sacro e hai avuto un atteggiamento di sacralità.
Poi, ci sono delle tecniche di respirazione abbinati a degli esercizi che si possono fare in quei luoghi in quei momenti che amplificano l’esperienza aprendo ancora di più i tuoi canali di connessione.
Non c’è nulla di male ad impararli anche in una grande città”.

“Ora comprendo.
Mi risultava difficile capire il Sacro con la mente o forse non volevo capirlo.
Ora che me lo hai raccontato sulla base del mio vissuto sento che è parte di me.
Non vedo l’ora di fare un’altra vacanza in un posto simile.

Intanto … li fai ancora quei cerchi di uomini e insegni ancora quelle respirazioni?”.

“Certo che li faccio ancora, al prossimo ti chiamo”.